Ultimamente vanno molto di moda le liste delle cose da fare almeno una volta nella vita (oppure quelle prima dei 20 anni, dei 30, dei 40 ecc…) ed io, essendo molto propensa a fare liste di tutto e a scrivermi appunti ovunque, non potevo non farne una tutta mia!
La prima cosa che ho scritto è stata: stare per una volta dall’altra parte dell’obiettivo fotografico.
Era da un po’ che mi frullava in testa questa cosa, e con l’occasione di dover aggiornare l’immagine della pagina about del sito, mi sono dedicata un pomeriggio tutto per me, e il mio collega nonché amico Alessandro Schinco si è preso la bega di fotografarmi.
Così come in ogni fotografia che scatto c’è qualcosa che parla di me =come diceva Ansel Adams: ci sono sempre due persone in un’immagine:il fotografo e l’osservatore = ed è uno strumento di conoscenza e di introspezione potentissimo, allo stesso modo anche farmi fotografare mi ha fatto scoprire dei lati di me che non conoscevo: ho capito che l’atmosfera che mi rappresenta meglio, quella in cui mi sento davvero Io, è il crepuscolo (si, ho un lato molto malinconico), che ho difficoltà a sciogliermi se sono osservata, ma che ce la posso fare,che non esistono persone fotogeniche e non, ma esistiamo solo noi, con i nostri pregi e i nostri difetti, ed imparare ad accettarli è una grande liberazione; che ognuno di noi ha qualcosa da dire e non siamo mai banali quando troviamo quella sensazione che ci fa sentire bene, quando siamo proprio dove dovremmo essere, e non parlo solo di un luogo fisico, ma soprattutto di un posto dentro di noi.
Guardarsi e (ri)scoprirsi nelle immagini è un’esperienza che secondo me tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita, è un po’ come mettersi di fronte allo specchio e dire: Ciao! E tu chi sei?
E’ togliersi di dosso tutti i pregiudizi che ci siamo -e ci hanno- cucito addosso ed imparare a conoscersi di nuovo. Foto: Alessandro Schinco